martedì 16 ottobre 2007

Nasce il PARTITO SOCIALISTA: resoconto dei lavori

Il link per un dettaglio completo dei lavori della Costituente - Roma 5/6 ottobre 2007

http://www.sdionline.it/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=267&Itemid=255

venerdì 28 settembre 2007

COSTITUENTE SOCIALISTA L'INTERVENTO DEI SOCIALISTI DI CARRARA

I Socialisti di Carrara esprimono il proprio entusiasmo per i lavori della Costituente Socialista che si avviano a entrare nel pieno e anzi rivendicano con orgoglio e soddisfazione di essere stati i primi, alle scorse amministrative, a credere in un soggetto politico socialista, riformista, europeo che fosse forte dell’Unità Socialista ma allo stesso tempo avesse la capacità di allargare i confini della partecipazione e del consenso oltre i limiti dell’eredità del vecchio PSI.
Questo deve essere l’orizzonte del nuovo soggetto che nascerà con il congresso nel 2008, la capacità di coniugare in un linguaggio nuovo gli antichi ma attuali valori del socialismo; per questo non poteva essere scelto migliore strumento della Costituente che è altra cosa rispetto alla fusione tra partiti, altra cosa rispetto la semplice rifondazione del passato, e, soprattutto, altra cosa rispetto la sommatoria di tanti partiti, partitini e componenti. La Costituente dovrà adempiere due compiti precisissimi: uno sarà di dar vita al progetto che costituirà il riferimento politico del nostro lavoro negli anni a venire, l’altro sarà invece quello di creare il contenitore, ovvero il nuovo partito, che costituirà il motore di questo percorso. La nostra proposta politica dovrà avere ben in evidenza l’elemento fondante della nostra identità e della nostra decisione di non aderire ai progetti politici in atto nell’Unione, per noi socialisti non si tratta di una non scelta nostalgica su quale sia il nostro avvenire ma, al contrario, di una scelta precisa che si fonda sulla volontà di ribadire la nostra storica adesione al PSE e ai suoi valori che non sono né nel Partito Democratico né nella Cosa Rossa. Il nostro paese vive un’anomalia più che decennale nel non avere un partito socialista forte come avviene in ogni paese europeo per questo i margini e gli spazi di lavoro sono tali da poter scommettere sulle potenzialità di successo della Costituente. Non sarà né facile, né scontato ma dipenderà da noi dar vita a un progetto serio, credibile, dinamico su cui i cittadini decidano di contare per affrontare le sfide del futuro. In tutto questo occorrerà guardarsi bene dall’evitare le semplificazioni e le scorciatoie troppo spesso percorse in passato; il processo costituente deve essere confronto vero di idee, di proposte e di progetti, sarebbe estremamente controproducente ridurre la Costituente a una passerella di decisioni da ratificare, incapace di sentire le istanze della nostra base, mortificandone l’entusiasmo. Serve al contrario che il partito nuovo si apra soprattutto alla collaborazione e alla valorizzazione degli ambiti regionali, provinciali e locali, che in questi anni sono stati il vero punto di riferimento del partito. Cercare padri nobili o grandi punti di riferimento altrove, fuori da chi ha tirato in questi anni la carretta socialista, l’abbiamo visto in passato, non ha mai prodotto granché; ben venga la partecipazione di tutti, ben venga l’aumento dei nostri gruppi parlamentari ma con ben ferma l’idea e il proposito che dobbiamo parlare ai cittadini e che la nostra forza sarà non nelle percentuali che metteremo assieme sulla carta, di nuovo il passato ci insegna, ma nella capacità di realizzare e promuovere il nostro progetto politico.

venerdì 31 agosto 2007

Appello per un partito del socialismo europeo in Italia

Alle compagne, ai compagni e a tutti coloro che si riconoscono nei valori del Socialismo italiano ed europeo e in quelle forze che hanno fatto la storia della Sinistra italiana. Colpisce e preoccupa che con la nascita del Partito Democratico venga meno in Italia una grande forza socialista e democratica, laica, riformista, parte integrante della grande famiglia del Socialismo europeo. La domanda cruciale allora è: serve all'Italia di domani una grande forza della Sinistra riformista, laica e di governo che possa vivere e radicarsi nella società? Per noi la risposta è sì. E, aggiungiamo, che ciò comporterà necessariamente che sia parte integrante della più grande casa dei riformisti europei, della più consistente forza della Sinistra europea, il PSE, e sul piano mondiale dell’Internazionale Socialista. Al vuoto politico che si viene a creare con la scomparsa dei DS, riteniamo quindi si debba rispondere con un’iniziativa unitaria e di rinnovamento nel campo della Sinistra italiana. Dunque quale Sinistra? Certo non una categoria generica come la “Sinistra”. Questo è un errore che non vogliamo compiere. Ecco perché riteniamo dirimente per la nostra iniziativa e per il nostro rinnovamento il riferimento al Socialismo europeo ed internazionale e al complesso di valori e di principi che esso rappresenta. Il partito post-ideologico non rappresenta la risposta ai complessi problemi della società italiana, per risolvere i quali serve un riformismo coerente ed efficace, che a quei valori e a quei principi sappia ispirarsi. Le grandi sfide si possono vincere se c’è un pensiero forte a sostegno dell’azione politica. Siamo consapevoli che se si vuole davvero una sinistra all'altezza dei tempi e dei problemi che abbiamo di fronte bisogna che sulle rivendicazioni orgogliose prevalga lo spirito critico verso il passato il quale altro non è se non la vera fiducia nel futuro e nelle proprie idee. Vogliamo cioè che si affermi una rinnovata e fiduciosa convergenza di uomini e di donne, giovani ed adulti che partendo dalle loro precedenti esperienze si rendano disponibili a viverne insieme una nuova. Il nuovo Socialismo non dovrà – per dirla con Carlo Rosselli - essere” il frutto di appiccicature di partiti e partitelli ormai sepolti, ma organismo nuovo dai piedi al capo, sintesi di tutte le forze che si battono per la causa della libertà e del lavoro”. Le parole del Socialismo sono sempre attuali: libertà, uguaglianza, lavoro, giustizia, progresso sono centrali nell’azione politica dei nostri giorni, ma il loro significato è profondamente cambiato rispetto a quello del secolo passati. Non a caso si è parlato in Spagna di “Socialismo dei cittadini”, perché il grande merito dei socialisti, dei socialdemocratici e dei laburisti europei è stato ed è quello di estendere la battaglia per la tutela del singolo nelle grandi formazioni economiche e sociali in cui è inserito, a quello della tutela e dell’affermazione dei suoi diritti civili senza discriminazioni. Il Socialismo si è sempre identificato con il progresso. Per noi, oggi, il nuovo Socialismo si identifica con un’azione politica consapevole in grado di redistribuire pienamente i risultati del progresso civile, economico, sociale e culturale, la società in tutti i suoi generi, in tutte le sue classi sociali, in tutte le sue provenienze etniche, senza esclusioni. Una società laica, di credenti e non credenti che si rispettano reciprocamente. Oggi il Socialismo può costituire quel complesso di valori e di principi che ispirano l’azione politica concreta per raggiungere questi obiettivi, per saldare le ragioni delle vecchie e delle nuove generazioni. Il pensiero socialista deve dare un contributo determinante al perseguimento della pace nel mondo, a risvegliare la critica agli effetti di una globalizzazione che accresce le disuguaglianze e che non tutela l'ambiente dai fenomeni che lo minacciano, a difendere il lavoro in tutte le sue forme, in particolare quelle precarie e quelle irregolari, ad affermare una moderna società della conoscenza, a imprimere una spinta a elaborare politiche che ridiano un ruolo ai poteri pubblici democraticamente legittimati, a rifiutare la riduzione dei governi a enti amministrativi, ad agire sempre nell'interesse generale del Paese. Il pieno riconoscimento della libertà umana in ogni sua molteplice espressione costituisce una delle sfide più alte del Socialismo moderno. La riaffermazione dell'etica dei doveri e della responsabilità nella gestione della cosa pubblica sono una sfida irrinunciabile per tutti i progressisti. Questi sono obiettivi forti e giusti, che vanno perseguiti con chiarezza e determinazione. Una forza politica della Sinistra italiana collocata nel Socialismo europeo è condizione necessaria perché si sviluppi positivamente quel dialogo unitario che noi vogliamo portare avanti all’insegna dell’unità e della chiarezza. Privare gli italiani dei valori del Socialismo democratico nel nostro paese non è solo sbagliato ma costituirebbe anche un imperdonabile errore strategico perché indebolirebbe la Sinistra italiana, privandoci della forza più innovativa e di cambiamento potenzialmente presente nel nostro paese e implicherebbe l'accettazione della cosiddetta anomalia italiana avendo addirittura l'ambizione di esportarla in Europa. Nessun progressista può accettare passivamente tutto questo. Il pensiero e l’azione socialista e democratica rappresentano la più avanzata frontiera di innovazione sociale, culturale e civile nelle moderne democrazie. Occorre, quindi, promuovere e dare vita a una forza della Sinistra ancorata ai valori del Socialismo democratico, decisa a tutelare la laicità dello Stato continuamente aggredita e troppo spesso negata, animata dalla volontà di difendere gli interessi del mondo del lavoro in continuo dialogo con il movimento sindacale, impegnata a contribuire a valorizzare il ruolo dell’impresa al fine di favorire uno sviluppo sostenibile, capace di far crescere la società nella coesione sociale e nell'unità nazionale e determinata a restare nel Socialismo europeo. Questa forza va costruita in modo partecipato e dal basso, per ottenere che sia realmente aperta a tutti coloro che, socialisti, laici, democratici, ambientalisti, si riconoscano in questo ambizioso progetto. Lanciamo quindi un appello a quanti sono disponibili alla costruzione di un nuovo partito socialista in Italia come nel resto d’Europa, consapevoli che ogni altro ulteriore indugio avrebbe l’effetto di disorientare, disperdere e dividere un’area politica che dobbiamo invece riunire e rilanciare.
Enrico Boselli, Gavino Angius, Valdo Spini

lunedì 20 agosto 2007

FESTA DEI SOCIALISTI

PARTITO SOCIALISTA ITALIANO NUOVO PSI
Federazione Provinciale di Massa Carrara


SABATO 25 AGOSTO 2007 ORE 17.30
Teatro dei Servi - Via Palestro
MASSA


Partecipano

RICCARDO NENCINI
GIULIANO SOTTANI
PIERALDO CIUCCHI
ANGELO ZUBBANI
GIANNI DE MICHELIS


Presiede

GIANENRICO SPEDIACCI

mercoledì 18 luglio 2007

IL MANIFESTO DELLA COSTITUENTE SOCIALISTA

Documento della Costituente Socialista

Noi oggi, 14 luglio 2007, qui riuniti a Roma, dichiariamo che:

L'Italia del nuovo secolo ha bisogno di una forza socialista che sappia realizzare riforme per affrontare le sfide della globalizzazione e delle grandi rivoluzioni in atto nel campo della scienza e delle tecnologie, delle telecomunicazioni, dell'ambiente e della natura, della demografia, della sessualità e dei nuovi diritti, della multietnicità e della multiculturalità. La storia del socialismo italiano ha avuto grandi meriti nelle conquiste sociali e civili del nostro Paese pur avendo commesso errori gravi che non intendiamo ripetere. Dopo il collasso del vecchio sistema politico non siamo riusciti a ricostruire una forza socialista, né siamo riusciti a dar vita a un partito socialista di tipo europeo che comprendesse la maggioranza del Pci che era approdata all'Internazionale socialista, ma si era mostrata incapace di una autentica revisione socialista della propria cultura politica. La mancanza di una grande formazione socialista riformista ha pesato gravemente nel determinare gli attuali esiti deludenti della cosiddetta Seconda Repubbllica.
La Costituente socialista per la quale lavoriamo non è, quindi, rivolta soltanto a porre fine alla diaspora del Psi e del Psdi, ma soprattutto ad unire in Italia tutte le componenti che si riferiscono al partito socialista europeo. Il socialismo europeo non è un corpo dottrinale sul quale giurare fedeltà, ma la forza riformista e progressista più importante del nostro continente.
Le grandi idee di giustizia e di libertà, di sicurezza e di pace, che hanno animato socialisti, socialdemocratici e laburisti europei mantengono intatto il loro valore. Nella nostra epoca, segnata da profondi e continui mutamenti, dobbiamo trovare le politiche e i progetti per affermare una società nella quale coesistano cooperazione e competizione, si valorizzi il merito e si soddisfino i bisogni, si dia uguale peso ai diritti e ai doveri. Il socialismo europeo è caratterizzato da una fisionomia laica che si contrappone a qualsiasi fondamentalismo religioso e, quindi, a quelle visioni che vogliono vestire la società con una camicia di forza di comportamenti, di costumi e di stili di vita uniformi.
Nei partiti socialisti europei vi sono diverse correnti ideali, filosofiche e religiose. L'aspirazione di mettere insieme tutte le componenti che in Italia si riferiscono al partito socialista europeo deve poter contare su un apporto pluralistico di culture, di valori e di idealità. Noi ci proponiamo di creare una novità rilevante nel panorama italiano, che permetta di superare un’anomalia politica dell’Italia rispetto all’Europa; pur recuperando la grande tradizione del socialismo liberale italiano e, quindi, la nostra non è soltanto un’opera di ricostruzione.
Né il partito democratico, che sta nascendo come pura somma di DS e Margherita, con caratteristiche per metà laiche e per metà confessionali, né la cosiddetta Cosa rossa che vorrebbe riunificare tutti i partiti dell'estrema sinistra italiana, rendono più europea l'Italia politica. Il rilancio di una forza socialista, riformista, democratica e liberale, è una sfida che noi lanciamo alla politica italiana perché riesca ad innovarsi e stare al passo della politica europea.
Il partito socialista che ci proponiamo di costruire è componente fondamentale della sinistra italiana. In Italia vi è stata una fase nella quale sono saltati tutti i tradizionali riferimenti sulla base di un terremoto che ha investito la vecchia geografia politica. Mettere in campo oggi un partito socialista di tipo nuovo che si riferisca ai diversi filoni del riformismo italiano, alle culture laiche e liberaldemocratiche e alle diverse esperienze del movimento operaio è un compito difficile ma non impossibile. Il partito socialista che vogliamo costruire deve contrastare il declino che rischia di segnare l'Italia, anche a causa di un bipolarismo anomalo che non produce riforme di sistema e genera spesso instabilità e paralisi. Non è giusta una società nella quale vi è un elevato tasso di disoccupazione, nella quale per le nuove generazioni è difficile trovare un lavoro, nella quale lo Stato sociale si riduce a previdenza e sanità senza che vi siano tutele per il lavoro precario, per gli anziani non autosufficienti, per le famiglie tradizionali o di tipo nuovo e dove si accentuano squilibri sociali e territoriali e si diffonde l’insicurezza e l’illegalità.
Per contrastare il declino, la premessa da realizzare è quella di rinsaldare il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, oggi fortemente indebolito dalla crescente autoreferenzialità della società politica: decisiva a tal fine sarà una nuova politica fiscale che basi la lotta all’evasione su una chiara scelta a favore della riduzione della pressione fiscale, sulla realizzazione concreta ed efficace del federalismo fiscale, sull’abbattimento dei costi della politica e su una riqualificazione e riduzione della spesa pubblica.
Come priorità noi poniamo la questione dell’innovazione, della formazione e della ricerca. Solo una società più colta è una società davvero più ricca. Siamo per un'economia di mercato, ma contro una società di mercato dove chi è in difficoltà, chi è disabile, chi è malato, chi è anziano, chi è disoccupato sia considerato una sorta di zavorra sociale. Tuttavia il nuovo Stato sociale deve passare da forme di assistenza che sono recepite passivamente ad un assetto che attivi, per quanto possibile, la responsabilità individuale. Non si riesce a perseguire obiettivi di equità sociale se non si punta ad uno sviluppo sostenibile che sia rispettoso dell'ambiente e che consideri fondamentale l'allarme sullo stato di salute del nostro pianeta. Non si riesce a dare risposte ai nuovi problemi se non si comprende che la flessibilità costituisce la caratteristica più rilevante delle moderne società, che non riguarda solo il mercato del lavoro. Flessibilità e sicurezza sono un binomio inscindibile per i socialdemocratici europei. Il compito della socialdemocrazia non è quello di conservare ma di innovare. Il confronto con i sindacati è fondamentale, come dimostra tutta la storia della socialdemocrazia europea. Essenziale è che i sindacati non si attestino sulla pura difesa dello status quo e si facciano carico del riequilibrio della spesa sociale tra le generazioni, a cominciare dalla previdenza. Così potranno sviluppare il proprio ruolo di tutela e di promozione di un mondo del lavoro sempre più diversificato e complesso.
La parità tra uomini e donne, la piena utilizzazione delle energie delle nuove generazioni come la valorizzazione dell’esperienza degli anziani, il rifiuto di qualsiasi discriminazione, la creazione di una società accogliente e mite, sono obiettivi fondamentali di una moderna forza socialista. Non si potrà avere una rinascita dell'Italia senza liberarsi dal peso soffocante di caste, di corporazioni, di gruppi chiusi di potere, di oligopoli e monopoli, che alterano la competizione sociale, accrescono le esclusioni e le emarginazioni, perpetuano una società inerte e incapace di affrontare i grandi cambiamenti in atto. Da tempo il socialismo europeo ha superato una concezione che vedeva nell'espansione della sfera statale un meccanico ampliamento della democrazia e degli spazi di libertà. Tutti i socialisti europei sono accomunati nel programma fortemente innovativo "Per una nuova Europa sociale", approvato dal congresso del Pse a Porto. In Italia, ancor più che negli altri paesi europei, vi è una crisi nel rapporto tra cittadini e istituzioni democratiche. L’antipolitica non si combatte con la cattiva politica, con la difesa a oltranza di privilegi che urtano giustamente la sensibilità dell'opinione pubblica, con un arroccamento di apparati e di nomenklature, ma con una reale apertura alla partecipazione delle cittadine e dei cittadini alla vita pubblica, ed al rinnovamento dei partiti con il pieno diritto a scegliere i gruppi dirigenti e le rappresentanze elettive.
La crisi delle istituzioni, che si è manifestata già alla fine degli anni ’70 e che si è acutizzata nell’ultimo scorcio del secolo, non è stata ancora risolta. Le personalizzazioni della politica e le degenerazioni oligarchiche, al di fuori di una grande riforma delle istituzioni rischiano di portarci non ad una repubblica presidenziale alla francese o all’americana ma ad una repubblica sudamericana nella quale non vi sono regole certe e prevalgono i confitti di interesse. La crisi delle istituzioni, le forti carenze della Pubbica Amministrazione, le insufficienze nei servizi sociali sono alla base della crisi con il Nord del Paese. Questa crisi non può essere affrontata a colpi di referendum sulle leggi elettorali, come si continua a fare nonostanti i pessimi risultati di questa impostazione, ma con una riforma della forma di Stato e di governo, a cui corrisponda una legge elettorale capace di salvaguardare un bipolarismo da paese normale, un’adeguata rappresentanza ed un’efficace governabilità.
La chiave fondamentale per lo sviluppo economico come per la crescita civile è rappresentata dall’istruzione, dalla cultura e dalla ricerca. È questo il terreno sul quale il socialismo europeo si impegna con rinnovato vigore. In Italia si richiede un grande sforzo in questa direzione per recuperare ritardi storici e contribuire così a una maggiore diffusione delle virtù civiche.
Noi vogliamo una società italiana che sia più europea in ogni campo, dallo sviluppo sostenibile alle politiche dei diritti e alla difesa della laicità, dalla giustizia all'affermazione di una severa politica di ordine pubblico, dall’istruzione alla cultura e alla ricerca, da un sistema di nuova sicurezza sociale all'affermazione del principio fondamentale della responsabilità.
Il socialismo democratico europeo è in prima linea nelle battaglie per la sicurezza e per la pace, per la diffusione della libertà e l'affermazione dei diritti umani. Non c'è causa di libertà che non sia fatta propria dai socialisti democratici europei e nel mondo. Il contrasto del terrorismo internazionale, alimentato dal fondamentalismo religioso islamico, costituisce un impegno di tutti i socialisti europei. L'Europa rappresenta la dimensione geopolitica alla quale noi ci riferiamo e nella quale si sviluppano con maggiore efficacia i principi di autonomia e indipendenza fondamentali per esercitare un ruolo di primo piano nella politica mondiale, a partire dalla grande area del Mediterraneo dove lo sviluppo e la cooperazione economica si uniscono al necessario impegno per il mantenimento della pace e della sicurezza. Resta essenziale l’amicizia tra l’Europa, quindi l’Italia, e gli Stati Uniti, pur nella riaffermata e reciproca autonomia ed essa costituisce secondo noi un riferimento importante della socialdemocrazia europea.
La nostra parola d’ordine è: “unire i sociaisti, federare i riformisti”. Per questo ci proponiamo di coinvolgere anche correnti politiche e culturali che ancora non si riconoscono nella Costituente socialista, ma sono disponibili ad aprire con noi un confronto sulle finalità, i contenuti e le forme dell’organizzazione. Per realizzare entro la fine dell’anno con la Costituente socialista il nuovo partito è necessaria dunque una grande apertura che dovrà basarsi sullo scioglimento delle nostre organizzazioni, e su una conseguente campagna di adesioni ex novo, con un’ampia partecipazione di cittadine e cittadini. Questo è l’impegno che assumiamo oggi per l’Italia del domani.

lunedì 9 luglio 2007

Un passaggio dell'intervento di Mauro Del Bue nuovo segretario del NPSI

Il partito.

Dobbiamo marciare nel percorso della costituente con la schiena dritta e senza rinunciare alle nostre idee. M anche con al convinzione che questa scommessa sia l’unica che può essere da noi praticata. Dobbiamo dotarci di organi che dovranno guidare il partito nelle prossime tappe. Un presidente, un segretario, i vice segretari, un tesoriere. Dobbiamo comprendere che il nostro futuro si giocherà in gran parte sui programmi e dunque abbiamo bisogno di un supporto che fornisca idee e soluzioni, dunque ci vuole un responsabile dle nostro centro studi e dobbiamo attrezzare la nostra piccola comunità di un coordinatore organizzativo capace di contrarre accordi con le altre formazioni politiche sul territorio per gli assetti del futuro partito, visto che non è nostra intenzione essere cooptati da altri, e non possiamo correre questo rischio e di un forte rafforzamento del nostro ufficio informazione. Dobbiamo irgraziuare Lorenzo Pirrotta per il l’esistenza del sito, anche se troppo spesso i compagni lo utilizzano per litigare tra loro. Dobbiamo assieme affrontare la questione del simbolo e del nome che dovrà essere gestita collegialmente dall’organo di segreteria alla quale rimando le soluzioni che riterrà le più idonee. Contemporaneamente dobbiamo proporre una forte assunzione di responsabilità dei consiglieri regionali e dei segretari regionali del partito che dovranno essere parte integrante del gruppo dirigente. Sì alla costituente liberalsocialista, poi un bilancio prima della formazione del nuovo partito, un bilancio per lo scioglimento del nostro che solo un nuovo congresso oppure un consiglio nazionale convocato con poteri straordinari che il congresso gli deve però attribuire, può sancire.Cari amici e compagni, sono un estroverso, mi piace ridere e scherzare, e mi piacciono anche le figurine della Panini. Ma preferisco la politica fatta di ragionamenti a quella fatta di emozioni, di sogni, telefonici o meno, di teatralità. Preferisco una intervento o una relazione, un dibattito meglio se acceso, a un posto di potere. E negli anni cupi mi mancava proprio questo, la possibilità di comunicare le mie idee, di confrontarmi, di polemizzare. Averci tolto la parola, questo è stato l’atto più violento molto più che non averci tolto qualche poltrona.Ecco se l’abbiamo riconquistata lo dobbiamo soprattutto a Gianni De Michelis al quale rimarrà questo merito, al di là dei suoi errori.A volte De Michelis è apparso generoso con chi ha dimostrato di non meritarlo e ingeneroso con chi si meritava generosità. D’altronde il proverbio “dagli amici mi guardi Iddio” è sempre attuale. De Michelis ha dichiarato di fronte alla segreteria e oggi l’ha ripetuto di fronte al congresso, di non ricandidarsi alla segreteria del partito e per lui abbiamo preparato l’incarico di presidente. Se i delegati al Congresso vorranno darmi l’onore, come mi è stato proposto da tanti, e non solo da Gianni, di assumerne la segreteria e di guidare il partito assieme a Gianni e agli altri compagni che formeranno il gruppo dirigente, sappiano che la mia sarà una segreteria di transizione verso l’ orizzonte che ho descritto. Sarò un segretario di percorso che ha il compito precipuo di esaltare il coinvolgimento di tutti e di non ammainare bandiera fino a quando una bandiera che rappresenti davvero un territorio più ampio e gratificante per tutti verrà finalmente dispiegata. Una volta un deputato Tory disse: “Perché dovrei preoccuparmi dei posteri. Vorrei sapere cos’hanno fatto i posteri per me”. I posteri qualcosa fanno: ci giudicano. E quei pochi che si occuperanno di noi e della nostra storia sapranno che siamo stati prima una comunità che non ha mai alzato bandiera bianca e poi una comunità che pagando anche prezzi alti di divisione, ha alzato la bandiera dell’unità socialista e liberale. E se qualcuno questo ricorderà di noi, noi dovremo esserne davvero molto orgogliosi. Disse Pietro Nenni: “Fai quel che puoi succeda quel che deve”. Facciamo tutto ciò che possiamo per costruire il futuro del socialismo riformista e liberale italiano.

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domenica 8 luglio 2007

PROSEGUONO I LAVORI IN VISTA DELLA COSTITUENTE

'L'unità socialista non è più una meta per la quale impegnarsi e lavorare, ma un traguardo a portata di mano, che può essere raggiunto in pochi giorni, sabato prossimo”. Così Enrico Boselli ha esordito (leggi l'intervento), raccogliendo molti appalusi, parlando al congresso del Nuovo Psi dove Gianni De Michelis aveva poco prima delineato un percorso comune allo Sdi per chiudere la lunga stagione della diaspora socialista. “La nostra non è un’operazione nostalgia - ha aggiunto Boselli - per ripercorrere a ritroso la storia socialista. Siamo assolutamente orgogliosi di rappresentare la tradizione del movimento socialista che ha dato un contributo fondamentale alle conquiste sociali e civili del nostro paese”. “Sono rimasto piacevolmente colpito dal discorso di Enrico Boselli: un intervento coraggioso ed audace”, ha commentato il vicesegretario del Nuovo Psi, Alessandro Battilocchio, mentre Martin Schultz, presidente del gruppo del Pse al parlamento europeo, in un messaggio inviato ai delegati ha detto: “Siamo molto interessati all'idea della costituente socialista”.